Scatti rigorosamente non editati, imprecisi, indecisi e talvolta sporchi.
Un’indagine, non troppo seria ma auspicabilmente interrogativa, su ciò che rimane al termine delle esperienze con il circostante.

Cosa rimane di questa città quando svanisce l’odore di crema solare?
Qual è la sua identità al di fuori dell’uso mainstream che ne viene fatto?
È necessario fruirne sempre?

Quello che rimane è un progetto asincrono rispetto a questo “frangente” che chiamiamo realtà, dove forse si è troppo avvezzi alla precisione, alla definizione e all’ostentazione della bellezza.

La lente stenopeica in realtà non è un vero e proprio obiettivo, molto più semplicemente è un foro. Un foro che non consente alla luce di entrare con facilità e quindi la qualità non riesce ad “imprimersi” con facilità.

Il lato affascinante è che, a discapito della nitidezza, la profondità di campo è pressoché infinita. Vicino e lontano si comprimono e si fondono in un unico piano dove tutto diventa plausibile senza essere a fuoco.

Un’impression, dunque, ovvero una prima mano di pittura, una bozza
di un attimo, un ricordo, una suggestione o molto più semplicemente
di quello che rimane.

Indietro
Indietro

Crabbo

Avanti
Avanti

GRILLATTICO